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Serata: La discarica del Melagon

  • Gruppo naturalistico Anthracotherium
  • 19 giu 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Giovedì 15 giugno ci ha fatto visita il dr. geologo Gianluigi Boccalon per parlarci di un tema importante o per meglio dire vitale: l'acqua e come l'uomo può mal interagire con essa.

Fin da subito la presentazione s'è fatta ricca di utili informazioni, presentando aspetti legati all'acqua che normalmente diamo per scontati e venendo a conoscenza di quanto l'acqua del nostro rubinetto sia utile alla nostra salute, molto spesso più di quanto ci fanno credere le aziende, riferendosi all'acqua di bottiglia.

Si è poi entrati più nel merito della questione "disastri ambientali" e, citando Boccalon, perchè essi avvengano devono seguire la regola delle tre I: Indifferenza, Ignoranza, Interesse (non ovviamente riferito ai cittadini).

Molte catastrofi, naturali e non, sono prevedibili, basta rivedere dati storici e non fermarsi agli ultimi anni di "vita" del genere umano: il classico esempio è quello del Vajont, ma possiamo aggiungere eventi sismici in luoghi a rischio, tracimazioni ricorrenti di fiumi o il caso recente degli PFAS etc.

L'ultima parte dell'intervento è stato dedicato alla discarica del Melagon che il geologo e la moglie, la dr. ssa Gloria Casati - chimico industriale, hanno seguito fin dagli albori, dovendo fare delle valutazioni per la costruzione della stessa discarica nel lontano '98. Dopo svariati sopralluoghi e studi la loro posizione fu ben definita: la discarica non andava fatta perchè avrebbe costituito un rischio elevato per il bacino idrico dell'Oliero. L'idea nasceva da un attenta considerazione del substrato roccioso su cui sarebbe poi stata posta la discarica: un crogiolo di pozzi carsici che stavano lì lì per emergere alla luce, per il crollo dei loro strati superficiali.

La discarica si fece lo stesso, nonostante la perizia geologica e ancor oggi se ne parla.

Cosa potrebbe accadere nel caso in cui la volta di alcuni pozzi crolli o che la roccia carsica si fratturi ulteriormente? I rifiuti accumulati in questo ventennio andrebbero a ricadere sulle acque dell'Oliero: il secondo bacino carsico più grande d'Europa!

Il Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche del C.N.R. riferendosi all'Oliero lo definì una "risorsa idrica per uso potabile, strategica, da preservare per le future generazioni."

Il passato ci insegna a non violare la Natura, ma chi perde la memoria storica perde anche la possibilità di salvare l'ambiente che lo circonda e di salvare se stesso.

 
 
 

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